Comune di Castelbianco

Tradizioni

STORIA DI MOLTE TRADIZIONI RELIGIOSE OSSERVATE FINO A META’ ‘900: Le donne del paese si recavano ad ogni funzione animate da un gran fervore religioso, erano devote ai Santi di ogni frazione e li omaggiavano con gran rigore morale.

STORIA DI MOLTE TRADIZIONI RELIGIOSE OSSERVATE FINO A META’ ‘900:

Le donne del paese si recavano ad ogni funzione animate da un gran fervore religioso, erano devote ai Santi di ogni frazione e li omaggiavano con gran rigore morale. La devozione si evinceva anche dai loro abiti: pochi ornamenti, gioielli scarsi (erano tempi difficili) la ricchezza più che materiale era spirituale. Gli abiti erano rigorosamente scuri, neri o blu e le loro teste erano adornate di foulard dello stesso colore. Durante la funzione erano chine in raccoglimento e pregavano.

Nelle serate più fredde, molte donne si riunivano per recitare le novene in omaggio alla Madonna e a tutti i Santi. I rosari e le litanie erano recitati meticolosamente in ogni momento della giornata indipendentemente dal lavoro che si stava facendo. Solo la fede dava la forza a queste donne di ritrovare la serenità d’animo a volte perduta. La recita del rosario rappresentava sia un momento d’intimità con Dio sia un modo di unione tra le persone.
Prima della Santa Messa le donne e gli uomini si disponevano nei banchi secondo un preciso ordine: le prime a sinistra e i secondi a destra e insieme rispondevano alle invocazioni del parroco. Ora è in uso sedersi indifferentemente dall’una o dall’altra parte non tenendo conto di una tradizione che un tempo era osservata scrupolosamente.
Da questi banchi si levavano i cori accompagnati dall’organo a canne di origine settecentesca che ancora oggi è suonato durante la Messa domenicale.

Il sacerdote era affiancato dal cappellano del Santuario dell’Annunziata che svolgeva le sue medesime funzioni. Nulla si poteva opinare sul loro compito. Gli abitanti di Castelbianco, frequentavano assiduamente la Chiesa e ne rispettavano le leggi senza incorrere in alcuno scandalo. La religione cattolica era l’unica professata.
Il parroco insegnava da solo il catechismo ai fanciulli tutte le domeniche, salvo qualche rara eccezione i fanciulli studiavano la dottrina per cinque anni.
Il Battesimo, tolta qualche rara eccezione, era somministrato ai neonati nelle prime ventiquattro ore dalla loro nascita.
La Santa Comunione era rinnovata ogni domenica. Tutti i fedeli si comunicavano dopo aver assolto l’obbligo della confessione. Durante l’Eucarestia il sacerdote aggiungeva costantemente l’olio di oliva nella lampada ad olio posta vicino al tabernacolo, affinché non si spegnesse la fiamma che rappresentava la presenza della Luce Divina.
Il Giovedì Santo durante la funzione religiosa veniva (ed ancor oggi viene) distribuito il pane benedetto a tutti i fedeli.
Il parroco e lui solo, ad eccezione della frazione di Vesallo, che aveva il proprio cappellano, assisteva i moribondi.
Tutte le domeniche e dopo il catechismo della sera si dava la benedizione del S.S. Sacramento e dell’acqua.

In occasione delle processioni i fedeli uscivano seguendo un ordine e regole precise: per primi due uomini che portavano i bastoni aprivano il corteo religioso, seguiva subito dopo il Cristetto, portato dalla Figlie di Maria più piccole, poi lo Stendardo portato da tre Figlie di Maria più grandi, poi si trovava il coro composto da sole donne, la statua del Santo portato in spalla dagli uomini, per ultimi gli altri fedeli uomini.

Al termine delle principali funzioni religiose, si mangiava e si ballava in compagnia. Le feste in omaggio ai vari Santi erano non solo di carattere religioso, ma rappresentavano anche un momento di unione tra gli abitanti.

Esse erano celebrate con ligia osservanza delle norme dettate dalla Curia Vescovile e talvolta non riguardavano solo un la religione. Curioso a questo proposito era la regola di chiedere il permesso di usare cibi grassi nella ricorrenza delle feste religiose in Parrocchia.

Una tradizione riguardava anche la processione del Venerdì Santo che si svolgeva dalla Parrocchia a Piazza Vittorio Veneto nel centro della piccola frazione Veravo.

Nel giorno del 25 aprile i fedeli si recavano in processioni nelle campagne della frazione Veravo per le rogazioni di S. Marco.

Nel mese di maggio le processioni per le rogazioni si avevano anche nelle altre frazioni.

Il primo maggio si festeggiava [e si festeggia ancora oggi] San Giuseppe con la celebrazione della Santa Messa in suo onore e processione nella frazione. Il Santo viene considerato il protettore degli uomini del paese.

A giugno durante la festa del Corpus Domini dopo la celebrazione della Santa Messa in onore del Santissimo Sacramento, si usciva [e si esce tuttora] in processione fino a raggiungere le piccola piazza posta nel centro della frazione di Veravo percorrendo la strada ricoperta dai petali di fiori. Seguiva la benedizione del Santissimo Sacramento e si ripercorreva lo stesso tragitto fino a raggiungere nuovamente la Parrocchia.

Il 15 di agosto si festeggiava [e si festeggia ancora oggi] calorosamente la patrona del paese, ricorrenza che vede l’Assunzione della Beata Vergine Maria. Questa festa è sentita particolarmente dai fedeli che omaggiano la Madonna con inni e canti.

A ottobre i fedeli celebrano ancora Beata Vergine con una funzione in suo onore portando in processione la statua della Madonna del Rosario.

 

Bibliografia

– AA.VV. Mons. Pier Francesco Costa – Vescovo d’Albenga “Il Sacro e Vago Giardiniello”

Si ringrazia per la gentile collaborazione la Curia Vescovile di Albenga ed in particolare la dott.sa Oleandri Alma Responsabile dell’Archivio Diocesano di Albenga.

Si ringraziano i cittadini di Castelbianco per le notizie storiche fornite sulla storia e sulle tradizioni del paese.